Il lavoro, per definizione, assorbe la maggior parte delle nostre energie e del
nostro tempo. Abitualmente, ci si alza presto al mattino, si raggiunge il luogo
dove svolgere l’attività professionale e, a ritroso, la sera si rientra a casa.

Sostenere questo ritmo, giorno dopo giorno, affidando il proprio benessere
fisico e mentale alle intermittenze del caso non è la strategia migliore;
affrontare la routine quotidiana in uno stato di salute meno che buono può
essere estenuante, nel caso migliore.

Ma c’è di più. La misura in cui si assolve ai proprî compiti professionali non
dovrebbe essere soggetta alle imprevedibilità dell’equilibrio psicofisico.

Ma la buona salute è veramente così instabile, tale da rendere
inopinabile l’applicazione delle facoltà fisiche e intellettuali? Diciamo che
lo è se viene ignorata, o quantomeno svilita, l’importanza di princìpi
fondamentali quali la gestione delle emozioni, una sana alimentazione, l’esercizio
fisico/relazioni intime.

Anche chi pensa di essere in buone condizioni di efficienza, non dovrebbe
trascurare la possibilità di trovarsi invece in un plateau di benessere dal
quale sollevarsi oltre, su piani ancora superiori. In ambito aziendale
si parla, in questo caso, di outperforming: il superamento dei proprî
limiti.